Brano: Ravera, Camilla
piuta dai fascisti e, al suo rientro in Italia, Camilla Ravera trovò una Torino disorientata e sconvolta. Ormai ricercata a casa dalla polizia fascista, ebbe inizio per lei una nuova esistenza, fatta di continui spostamenti. Raggiunse a Milano Terracini e Ruggero Grieco, rimasti soli alla segreteria del Partito, essendo stato arrestato Bordiga e trovandosi Gramsci nella capitale sovietica.
Camilla Ravera e Umberto Terracini organizzarono e diressero in quel periodo lo spostamento dei “fenicotteri” (compagni sconosciuti alla polizia che portavano lettere, materiali e stampa clandestina). Poco dopo li raggiunse Rita Montagnana che lavorerà come corriere fra Milano e Roma.
Nel 1923 Camilla Ravera entrò a far parte del Comitato centrale del Partito. Gli spostamenti erano continui e, con Rita Montagnana, Camilla affittò una stanza a Milano, da dove le due compagne continuarono a smistare, a preparare e far giungere a destinazione ovunque lettere, manifestini, disposizioni del Partito.
Nel settembre 1923 si trasferì a Roma. Assunse il nome di “Silvia” e così firmava le sue lettere inviate a Togliatti che si trovava a Mosca. Quando Mauro Scoccimarro venne arrestato a Berlino e anche Angelo Tasca cadde nella rete della polizia, Camilla Ravera restò sola con Felice Platone e Giuseppe Amo[...]
[...] Rita Montagnana, Camilla affittò una stanza a Milano, da dove le due compagne continuarono a smistare, a preparare e far giungere a destinazione ovunque lettere, manifestini, disposizioni del Partito.
Nel settembre 1923 si trasferì a Roma. Assunse il nome di “Silvia” e così firmava le sue lettere inviate a Togliatti che si trovava a Mosca. Quando Mauro Scoccimarro venne arrestato a Berlino e anche Angelo Tasca cadde nella rete della polizia, Camilla Ravera restò sola con Felice Platone e Giuseppe Amoretti a Roma.
Gramsci da Mosca si trasferì a Vienna e da qui fece uscire ^Ordine Nuovo” clandestino. Il 12 gennaio 1924 nacque l'Unità diretta da Alfonso Leonetti, cui si unì il quindicinale Compagna diretto dalla Ravera. Il lavoro clandestino di stampa e propaganda continuò: Camilla Ravera organizzava, dirigeva e spediva ovunque II giornale dei Giovani, Avanguardia e altri fogli clandestini. Nel 1926 non partecipò al Congresso di Lione e rimase a Roma per continuare il lavoro, ma dal Congresso venne nuovamente eletta nel Comitato centrale del partito.
Nel 1926 partecipò alla riunione del Comitato centrale in vai Polcevera, presso Genova. Dopo l'attentato di Anteo Zamboni a Mussolini, l’emanazione delle Leggi eccezionali fasciste, lo scioglimento del Partito comunista deciso dal Consiglio dei ministri e l’arresto di Gramsci (6 novembre), prima che finisse l’anno venne spiccat[...]
[...]a clandestina, assumendo come nuovo nome di battaglia quello di “Micheli”. Il suo rifugio, soprannominato “L’albergo dei poveri” poiché era per quanto possibile aperto a tutti i compagni, divenne in pratica il centro di organizzazione della stampa e della segreteria del P.C. d’L Da Sturla partivano, oltre a “l’Unità”, le copie di Caserma (foglio clandestino destinato ai militari), Il galletto rosso (per i giovanissimi) e II fanciullo proletario. Camilla Ravera era, a tutti gli effetti, il segretario del Partito.
I volantini e le lettere venivano firmate quasi sempre “Micheli” o “Uno”, numero in codice riferito a tutti gli altri numeri in codice. Con la Ravera vivevano Amoretti e Anna Bessone, la “fenicottera”. Molto spesso riuscivano a recarsi da loro, per comunicazioni e riunioni clandestine, Girolamo Li Causi, Pietro Secchia, Celeste Negarville, Fidia Sassano. Non lontano dalla villa, fra il verde, Alfonso Leonetti e Pia Carena dirigevano l’ufficio di stampa e propaganda “agitprop”.
Fra i compagni che si recavano a trovarla a quel tempo, in[...]
[...]n codice. Con la Ravera vivevano Amoretti e Anna Bessone, la “fenicottera”. Molto spesso riuscivano a recarsi da loro, per comunicazioni e riunioni clandestine, Girolamo Li Causi, Pietro Secchia, Celeste Negarville, Fidia Sassano. Non lontano dalla villa, fra il verde, Alfonso Leonetti e Pia Carena dirigevano l’ufficio di stampa e propaganda “agitprop”.
Fra i compagni che si recavano a trovarla a quel tempo, in un ricordo di Serena Seidenfeld Camilla Ravera sarà così descritta: « Dall'aspetto esile con una massa di magnifici capelli castani e occhi molto espressivi: dirigeva il Centro interno del partito in condizioni molto difficili con fermezza e semplicità; mi parve l'incarnazione della modestia ».
A Parigi, Togliatti intanto costituiva il Centro estero del partito. Si tennero quindi alcune riunioni nella capitale francese e a Basilea, in Svizzera. La Ravera, anche perché cominciava ad avere dubbi di essere stata individuata dalla polizia, nell’agosto del 1927 si trasferì a Lugano. Qui la raggiunsero Togliatti, Grieco e Tasca. A Basilea si[...]
[...]ità; mi parve l'incarnazione della modestia ».
A Parigi, Togliatti intanto costituiva il Centro estero del partito. Si tennero quindi alcune riunioni nella capitale francese e a Basilea, in Svizzera. La Ravera, anche perché cominciava ad avere dubbi di essere stata individuata dalla polizia, nell’agosto del 1927 si trasferì a Lugano. Qui la raggiunsero Togliatti, Grieco e Tasca. A Basilea si svolse la II Conferenza nazionale del P.C. d’I., ma Camilla Ravera non potè parteciparvi perché si era intanto ammalata di polmonite. Erano già passati tre anni di lavoro clandestino. Per curarsi, Camilla si trasferì a Engelberg, ancora in Svizzera, poi a Mosca infine a Gorki.
Nel suo libro autobiografico Diario di Trentanni 19131943 (Roma, 1973), Camilla consegnerà i ricordi del “disgelo”.
Pur convalescente, partecipò ai lavori del VI Congresso deH’Internazionale Comunista, come rappresentante per l’Italia con Togliatti. Una ricaduta nella malattia la portò a Parigi e nel 1929, per una completa convalescenza, a SaintCloud.
Nel 1930 rientrò in Itali[...]
[...]urono circondate dai poliziotti ed entrambe arrestate, compreso il Tosin appena sopraggiunto.
Sotto strettissima sorveglianza quale “elemento pericoloso”, la Ravera fu condotta nel carcere di Varese. Per prima cosa, in una lettera scritta in codice ai famigliari, essa si preoccupò di segnalare al Centro estero del partito il nome del delatore Eros Vecchi.
Carcere e confino
Tenuta sotto strettissimo controllo e in isolamento, il 9.8.1930 Camilla Ravera fu tradotta a Roma per il processo davanti al Tribunale speciale. Il 30 ottobre fu condannata a 15 anni e 6 mesi di reclusione per ricostituzione del Partito comunista, propaganda e agitazione. Nello stesso processo, la compagna Gili fu condannata a 10 anni e 6 mesi, Tosin a 14 anni e 6 mesi.
Dopo la sentenza e attraverso un faticosissimo viaggio di tre giorni, Camilla fu tradotta al carcere di Trani, dove giunse il 30.12.1930.
Da qui, in completa segregazione, seguì attraverso le lettere le vicende della famiglia: le prodezze del Niarino (il nipote Paul), la nascita di Gabriella. E att[...]